domenica 27 settembre 2009

Fisiognomica

Seduta al tavolino di un bar, l’altra mattina, in piazza Vittorio. Cappuccino e sigaretta.
Guardo la gente che passa.
Passa un tizio, alto, occhiali scuri, pizzetto. Mi guarda. Io lo guardo.
Lui continua a guardarmi. Scatta la consapevolezza che io questo qua lo conosco.
Dev’essere un amico di qualcuno ma dove l’ho visto comunque visto che mi sta guardando mi ha riconosciuto anche lui forse l’ho visto al lavoro o a casa di qualcuno ma dove cazz..
Sbam.
Ci ho passato una notte con costui. Nemmeno troppo tempo fa. Non aveva il pizzetto e non aveva gli occhiali neri, ma è lui.
Lui passa via, io torno al mio cappuccino.
Leggera nausea.
Certe volte il sesso è solo uno stridere di corpi.

Il primo posto in cui sono stata

Quando la riportano giù dalla sala operatoria è ancora addormentata.
Ha una flebo attaccata al braccio ed è molto spettinata. Lei che ha sempre i capelli in ordine, ben tagliati e curati.
E’ la prima cosa che noto.
La guardo e mi pare un po’ gonfia in faccia, ma sarà l’effetto dell’anestesia. Così pallida, senza un filo di trucco e spettinata sembra tanto pù vecchia del solito. In genere nessuno le dà i suoi 74 anni. Ma 74 anni son mica pochi sotto il neon bianco di una stanza di ospedale.
Era un’operazione di routine, un piccolo fastidio per cui era necessario togliere l’utero.
Mia sorella scherza e dice : Beh, vuol dire che non potremo più avere fratelli.
Ma io penso che adesso il primo posto in cui sono stata non c’è più.
Ci sono stata nove mesi lì dentro, anche qualcosa di più perchè pare non volessi assolutamente uscire. Già pigra e indolente allora. La mia prima casa, la mia prima culla, liquida accogliente tiepida e morbida.
Venivo da lì dentro. E adesso quel posto non c’è più.
Mi sento sradicata come se mi avessero espropriata di qualcosa.

giovedì 24 settembre 2009

Shakered, not stirred

Oggi riflettevo sul mio tipo di uomo ideale.
Parlo del tipo fisico, di quelle caratteristiche evidenti appena ti cadono gli occhi su una creatura dell’altro sesso, che magari incroci per strada e nemmeno conosci ma che ti colpisce perchè ha qualcosa che ti piace.
Allora, il mio tipo fisico ideale dovrebbe essere alto, possibilmente molto alto, magro (anche patito va bene), biondiccio o comunque con i capelli chiari, dinoccolato, e non mi dispiacciono i nasi un po’ lunghi o grossi (senza esagerare).

Quindi in sostanza il mio tipo ideale è qualcosa a metà tra un epilettico suicida , un tossico disegnato, un sassofonista allampanato e un trombettista eroinomane

C’è da riflettere.

Di camorristi, gattini e gomme tagliate

Ho una collega.
Assunta da poco, laureata in lingue, giovane (34 anni) e con ambizioni di carriera, lavoro soddisfacente, trasferte remunerative etc.
Tutte cose in cui io non credo, ma io qui sono un meteorite piombato da un pianeta sconosciuto.
Lei al mattino arriva con una copia di Leggo, quel terribile giornaletto che ti infilano anche se non lo vuoi attraverso il finestrino aperto della macchina, e legge l’oroscopo. Soprattutto al reparto Amore.
E poi butta via il giornaletto.
E vabbè, mica siam tutti uguali.
Il suo screensaver è una serie infinita di gattini, neonati circondati da fiorellini, nuvolette, paperette, cuoricini.
Lei è una donna romantica.
Lei quando ha tempo, cioè quasi mai, legge libri sugli angeli che ci proteggono e sulla reincarnazione e sulle testimonianze di chi torna dall’aldilà dopo il coma, e trova che Dan Brown sia grande autore.
Vabbè, mica tutti possiamo tirarcela perchè abbiamo letto Infinite Jest note comprese.
Lei ascolta Laura Pausini, canticchia tutto il giorno Sincerità (o Fatalità, o come cazzo si chiama quella schifezza che finisce con la à), e si lamenta della mia musica, dice che ascolto roba inascoltabile (e non erano gli Eintuerzende, erano i Franz Ferdinand).
Ok, ok, una buona cultura musicale non è da tutti, no ?
Ma ieri ho scoperto che non ha mai sentito nominare Saviano e il suo libro. Ora, non è che uno debba amare e osannare Saviano, si possono avere opinioni più diverse e anche muovergli delle critiche, ma PORCADIQUELLAPUTTANANONL’HAIMAISENTITO NOMINARE????
ma dove sei tra le 19 e le 21 quando anche Fede dice la sua su Saviano ? Sei mai entrata negli ultimi tre anni in una libreria in cui ci sono pile e pile di sto fondo nero coi coltelli rosa? Non ti è mai capitato, facendo zapping tra un film di Richard Gere dove o muore lui o muore lei (sempre in autunno) e l’Isola dei Famosi, di imbatterti in qualcuno che ne parla, oppure parla di camorra, o anche solo nota come il rosa risalti su un fondo nero? ma cosa hai in quella testa oltre ad un’orrenda tinta bionda e gli occhi truccati come Cleopatra quando si preparava per una sveltina con Antonio?
Ma non volevo parlare della mia collega. Divago. Volevo parlare di me.
Di me che se questa situazione mi fosse capitata diciamo una ventina di anni fa, questa qua si trovava con le gomme della macchina tagliate.
Invece adesso son diventata più vecchia, più comprensiva e più elastica, più morbida (no, non sto parlando delle tette). Cerco di capire, mi sono fatta una ragione sul fatto che il mio mondo non è necessariamente il migliore nè, soprattutto, l’unico, e che tra esseri umani ci può essere scambio anche nella diversità.
Solo che questo non mi va giù. MI rimane come un boccone di bolo in gola, e ho voglia di sputare.
Di sputarle addosso.
No, nessuna pietà, nessuna comprensione, nessun paternalismo. Ok, viviamo in due monadi separate e senza contatti, e un fato avverso ci costringe a lavorare una di fronte all’altra, ma io non posso nè voglio avere nessun tipo di rapporto con una persona così.
Me ne strabatto i coglioni di lei e dei suoi problemi di cuore, della serie infinita di delusioni sentimentali (e tte credo) e del fatto che non riesca a dimagrire o non trovi i biglietti per Notre Dame de Paris. Io la voglio morta. O perlomeno con una bruttissima malattia.