domenica 16 maggio 2010

una cosa che ho capito di me

Da qualche tempo soffro di attacchi di panico. Io sono una persona tranquilla e per niente ansiosa, ma a partire da un certo evento della mia vita di qualche anno fa mi succede che ogni tanto mi manca il respiro, tutto mi gira freneticamente intorno, inizio a boccheggiare e non riesco più a mettere un piede davanti all'altro per camminare.
Mi è successo di nuovo ieri, al Salone del Libro, dove ero andata, da sola, con uno zaino capiente, il programma degli incontri ben sottolineato e un delizioso programmino di shopping estremo. Ho fatto la coda per entrare, ho pagato i miei otto eurini e dopo mezzora son dovuta uscire di corsa, prendere un taxi e tornarmene a casa balbettando l'indirizzo all'autista. C'era troppa gente lì dentro, troppi respiri, troppi passi, troppi libri, troppi incontri.
Poi, a casa, ho avuto modo di pensarci su, oltre a sentirmi una cretina. E ho capito una cosa di me: che stare molto da sola non è un'opzione, una scelta. E' una necessità. Non posso sopportare altri che me stessa. E nemmeno sempre.
E non ho nemmeno comprato la maglietta di Spinoza.

1 commento:

  1. signora mia...been there, done that.
    e capita sempre quando dovresti star lì a godertela un casino. merda secca.

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