lunedì 1 agosto 2011

Ocleria e la tecnologia

Ieri sera ero su Skype con una mia amica e a un certo punto è entrata in casa Ocleria, la mia vicina.
Sì, tengo la porta aperta. Abito in una vecchia casa di ringhiera, il balcone unisce tre case e altrettante (anzi qualcuna in più) vite, e d'estate ci si passa un gelato, due pomodori appena comprati al mercato, si va a bere il caffè di qua o di là, si chiacchiera del caldo o del maltempo.
Così, dicevo, ieri sera Ocleria entra in casa e mi sente parlare nell'altra stanza, e temendo che sia impazzita completamente perché mi sente parlare da sola viene in camera mia per accertarsi che tutto vada bene.
E scopre - oh! meraviglia! - che dal computer puoi non solo parlare, ma anche vedere la persona con cui parli.
E' un'emozione che non riesce a reggere, deve sedersi un attimo, ha il fiato corto, continua a dire Ma che bellezza! ma che meraviglia! Ma è incredibile! e quasi non ci crede, e quasi ne ha paura. Le dico di avvicinarsi e le metto a disposizione la mia sedia, siediti qua, che stai più comoda, poi mi allontano dalla webcam ed ecco che appare lei, il grembiule a fiorellini, gli occhiali di cui non ha mai cambiato la montatura dal 1970 circa, e ride a vedersi nel riquadro piccolino, guarda, è arrivata la befana - dice - ride a più non posso, parla con la mia amica (che non conosce), le augura buone vacanze e piacere, tanto tanto piacere di averla conosciuta, signora, e mi saluti suo marito, ah ma si vede anche suo marito, ma è bellissima questa cosa, e non la finisce più di salutare e di guardarsi e di sorridere.
E io penso che è una cosa fantastica sorprendersi ancora, a settantasei anni, e mi sento come se le avessi fatto un bel regalo.