venerdì 29 luglio 2011

Della stanchezza

Tu non lo sai cosa vuol dire stancarsi. Credi di essere stanca dopo una giornata di merda, dopo aver fatto le grandi pulizie, dopo aver camminato per ore in una città da visitare con la cartina in mano. Ma non è mica quella la stanchezza.

La stanchezza è fare tre passi per andare in bagno. Dover chiedere aiuto a qualcuno per poter entrare nella doccia. Spingere con i guanti da ciclista le ruote enormi della sedia a rotelle. Cercare un frammento del tuo corpo che non sia ancora stato torturato dall'ago della siringa, il tuo odiato e salvifico appuntamento quotidiano con le medicine che ti conservano in vita. Aspettare che qualcuno ti tagli la pizza mentre i tuoi amici si avventano con voracia e allegria sui piatti fumanti.

Io non lo sapevo, davvero. Sono anni che ti vedo arrancare sulla sedia, che ti spingo quando entriamo al ristorante, che ti do il braccio quando devi uscire dalla macchina o che ti allungo il telefono, il giornale, gli occhiali perché sono molto, molto più veloce di te. Ma non avevo capito fino in fondo la micidiale fatica che fai per ogni più piccola cosa, mille fatiche al giorno, all'ora, forse al minuto.
La settimana che abbiamo passato insieme, a casa tua, tra ansie, sigarette, storie e migliaia di parole a te sarà servita di sicuro, visto che per una settimana ti è mancato l'uomo che hai a fianco e senza il quale la vita è molto più insopportabile, e io ti ho dato una mano a superare un momento difficile.
Ma credimi, a me è servita molto, molto di più.