giovedì 28 luglio 2011

reduci

Ma guardaci.
Siamo qua sul terrazzo, in ghingheri, donne con tacchi alti, vestitini, fresche di acconciatura. Gli uomini un po' più sportivi, anche se compaiono giacche e cravatte arrivate direttamente da una pesante giornata di lavoro. Ciascuno ha il suo bicchiere di vino bianco frizzante, una sigaretta, un cellulare che viene frequentemente consultato: noi siamo qua, ma a casa abbiamo lasciato figli, mamme anziane, babysitter, e non si sa mai che abbian bisogno di noi proprio adesso.
C'è un dj che mette musica che potrebbe essere nostro figlio, e nessuno lo considera finchè non partono i classiconi, My Sharona è un successo. Le donne si tolgono i tacchi e si mettono a ballare a piedi nudi, gambe abbronzate, gonne svolazzanti, décolleté generosi a mostrare morbidi seni che hanno allattato o seni artificiali che si sono regalate per sconfiggere la naturale forza di gravità e la meno naturale ansia da invecchiamento.

Siamo patetici. Siamo eroici. Siamo ridicoli. Siamo teneri. Chiacchieriamo di vacanze, di figli - chi li ha - del rimpianto di non avene avuti, di saldi, di vecchi amici o compagni di scuola smarriti per strada e nemmeno più cercati. La musica, il vino frizzante, i vestiti leggeri, le sigarette li usiamo per mascherarci da uomini e donne felici, almeno stasera, almeno su questo bel terrazzo da cui si vede il fiume.

Siamo reduci. Ognuno con le sue storie trafitte, le sue delusioni, le amarezze. Amori finiti, lavori deludenti, figli preoccupanti, ce li portiamo addosso ma stanotte sono più leggeri, stanotte festeggiamo, stanotte le donne ballano a piedi nudi e gli uomini si raccontano i progetti delle vacanze. Domani avremo tutti di nuovo cinquant'anni, ma adesso c'è My Sharona, lasciami andare a ballare.