mercoledì 20 luglio 2011

cicatrici d'amore

(Posizione)
Parte anteriore della caviglia

(Cause)
L’amore. Nel senso di fare l’amore, ed essere così innamorati e così rintronati da non accorgersi di stare appoggiando la gamba, più precisamente la caviglia, sulla lampadina incandescente che è l’unica luce nella stanza, piazzata lì, vicino al letto, in una notte d’estate. L’aria è bollente, noi ci amiamo da morire, il nostro cuore trabocca di caldo ma anche il nostro corpo non scherza. E’ agosto, la città è vuota ma noi la riempiamo e ci bastiamo e mangiamo poco e beviamo molto e ascoltiamo un sacco di musica e ci guardiamo negli occhi fino alla nausea e abbiamo ventiquattro anni e ci amiamo, ma forse questo l’ho già detto.
Restiamo abbracciati per secoli e poi rifacciamo l’amore e io sento dentro di me un migliaio di sensazioni bellissime, ma non sento – fuori di me, sulla caviglia – questo caldo incandescente, elettrico, artificiale, e quando inizio a sentirlo ormai è tardi: ho un’ustione grande come una moneta da cento lire, gonfia e vescicosa.
Ci tocca correre al Pronto Soccorso e mentre entriamo pensiamo a una scusa da raccontare – mi sono addormentata, mi è caduta dell’acqua bollente sul piede – ma quando ci fanno entrare lui dice Si è scottata mentre facevamo l’amore, così, semplicemente. Il medico di turno sorride e io sento che quest’uomo lo amerò per sempre e mi viene da piangere, e mica solo per l’ustione.

(Conseguenze)
Quell’amore è durato tantissimo, le cento lire sono diventate euro. Adesso è finito, e io sono ancora piena di ferite e di cicatrici per quella fine. Un giorno, forse, quelle ferite guariranno, quelle cicatrici scoloriranno. Ma quella sulla caviglia la porto in giro con orgoglio, la curo con devozione, perché ho avuto la fortuna di conoscere l’amore almeno una volta, e quella notte di agosto brucerà per sempre.

grazie a Barabba edizioni, una casa editrice inesistente che pubblica dei libri gratis. E che ha pubblicato anche la mia cicatrice