lunedì 12 settembre 2011

due righe su di me

Oggi mi hanno chiesto di scrivere qualcosa su di me. Una piccola presentazione, poche righe, qualcosa di personale magari spiritoso, un po' ironico. E siccome io non sono brava a descrivermi, mi hanno suggerito di chiedere a qualcuno che mi conosce bene, tanto bene da essere affettuoso e anche critico, che sappia tracciare un piccolo ritratto in poche parole. Ce ne sono, di persone così. Ci sono amici che sono fratelli, che hanno vissuto con me i momenti più felici e quelli più duri, che hanno gioito delle mie vittorie e pianto della mia disperazione. Che hanno condiviso momenti importanti, viaggi, canzoni, inutili serate o cene vivaci e alcoliche, animate discussioni e insopportabili dolori. Ma a me sei venuto in mente tu. Sarei stata felice di chiedere a te di descrivermi. Ti immagino con lo sguardo ironico, la bocca lievemente atteggiata a una smorfia che può diventare un sorriso o una sferzante presa in giro, la consapevolezza di essere quello che sa descrivermi meglio e l'orgoglio per questa mia piccola vittoria. Immagino la tua scrittura nervosa e appuntita, che cerca una regola e un controllo e a quella regola e a quel controllo sfugge costantemente. Sarei stata felice di scoprirmi attraverso le tue parole, una volta di più sapendo già che cosa avresti scritto, su cosa ti saresti soffermato, cosa avresti tralasciato. Chiederò a qualcun altro. Che peccato.