Oggi, verso le due, mentre stavo per uscire dal lavoro, mi chiama la mia amica G.
Io e G. siamo state assunte insieme in quel postaccio, un milione di anni fa: avevamo entrambe 23 anni ed eravamo le pesti dell’ufficio. Andavamo a farci le canne nel bagno delle donne, facevamo le gare di velocità nel cortile, d’estate sguazzavamo nell’acqua degli irrigatori del giardino e tutti ci guardavano come se fossimo due aliene. Uscivamo sempre insieme la sera, facevamo tardi e il mattino dopo ci si reincontrava al caffè con occhiali neri le orecchie che fischiavano (si ballava musica pesante, allora).
Poi la vita e il lavoro, come si usa dire, ci hanno separate, ma abbiamo continuato, seppur sporadicamente, a vederci.
Comunque oggi G. mi chiama e mi dice “ti accompagno verso l’uscita perchè ho bisogno di parlarti”.
La mia prima reazione è stata di pensare velocemente a una scusa per non vederla oggi e rimandare a domani, ma siccome non mi è venuto in mente niente di adeguato le ho detto che andava bene, ho preso la mia roba e mi sono apprestata ad incontrarla.
Ora vi chiederete (lo so che nessuno si chiede niente, è solo un artificio retorico, suvvìa) come mai non volessi incontrarla, visto che è una mia cara amica ed era da tempo che non ci si vedeva.
Presto detto.
Avevo un vestito carino e le scarpe coi tacchi.
Beh, direte voi, miei piccoli lettori (ah questa non è mia, è di Collodi), ma che problema c’è scusa ?
Il problema è che io quando ho un vestito e i tacchi, cioè quando sono vestita da donna-femmina, mi sento una cretina.
Non lo so il perchè, lo so che il pregiudizio sulle donne belle e oche o brutte e intelligenti è, appunto, un pregiudizio, lo so che si può essere intelligenti con i tacchi e cretine con gli anfibi.
Ma io mi sento una cretina.
E mentre G. mi parlava, ed io ero attenta e certamente anche in grande empatia con lei (che era in jeans, scarpe basse e una maglietta, tra parentesi), in una zona d’ombra del mio cervello c’era una vocina che diceva “ma come fai a capire quello che dice ? guardati, sei vestita da oca mentre lei, lei sì che è vestita nel modo giusto per ragionare”
Cioè, per dire : dopo Vestito per Uccidere, adesso io ho inventato Vestito per Pensare.
lunedì 19 ottobre 2009
Dressed to think
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