Con ottantamila euro puoi fare il giro del mondo in alberghi
da sogno dove ci sei solo tu, il mare e una squadra di camerieri che ti
sventolano foglie di palma per rinfrescarti; puoi comprarti un auto della puta
madre, nuova fiammante, che fa i 200 all’ora, con tutti gli optional che hanno
quelle sigle incomprensibili; puoi dare un corposo anticipo per comprarti la
casa della tua vita; puoi rivoluzionare l’arredamento di tutta la casa e già
che ci sei metterci dentro una chaise longue di Le Corbusier; puoi toglierti
qualche sfizio innocente, orologi d’oro, gioielli, carinissimi tailleur di
Chanel.
Oppure puoi prendere un aereo da Lagos a Torino, Milano o
Roma, metterti un paio di stivaloni al ginocchio con zeppa da 15 centimetri,
una minigonna che a malapena ti copre il culo anche nelle notti invernali, e
adescare clienti sculettando sui trampoli.
Ottantamila euro è la cifra che le donne nigeriane devono
restituire per essere riuscite ad arrivare in Italia. Vale la pena, no?