martedì 25 ottobre 2011

madame Bovary c'est moi

Da qualche tempo mi piace portare gonne molto lunghe che quasi toccano per terra. Ne ho di molti colori, anche se quelle che preferisco sono due: una rossa in shantung di seta che mi sono fatta fare in India e un'altra nera, di un tessuto un po' lucido, lunga fino ai piedi.
La cosa che mi piace tanto  fare,  quando metto queste cose,  è salire o scendere le scale: perché devo raccogliere la gonna  con le mani, tirandola leggermente su per non inciampare nei gradini. E un gesto bellissimo, molto femminile, molto ottocentesco. Immagino quante Emme Bovary, quante Anne Karenine, quante Nastassje Filippovne abbiano ripetuto questo gesto infinite volte, salendo o scendendo le scale delle loro case, andando a trovare i loro amanti, fuggendo in qualche angolo nascosto per piangere le loro lacrime d'amore. Mentre salgo le scale dell'ufficio o di casa mia, o le scale mobili della metropolitana, me le vedo tutte intorno, minute, nervose, eleganti e raffinate, ripetere con me questo gesto così sensuale. E mi sento, a volte, meno sola.