giovedì 30 agosto 2012

Neha






Neha aveva 12 anni quando si è sposata. Neha era sposata da cinque giorni quando è rimasta vedova.

Neha abitava in un villaggio isolato e poverissimo, non era  mai andata a scuola, aveva  guardato le bestie e lavorato nei campi fino al giorno del suo matrimonio con un ragazzino di un altro villaggio, lontano dal suo (venti chilometri da fare a piedi nel fango sono un lungo viaggio), un ragazzino mai visto prima e – guarda il destino, a volte – quasi mai visto nemmeno dopo, visto che cinque giorni dopo il matrimonio è stato morso da un serpente ed è schiattato lì, davanti alla sposina che ancora non aveva capito che cosa era cambiato per lei:  lavorava nei campi prima, lavorava nei campi dopo, solo erano campi diversi perché la sposa va ad abitare con la famiglia dello sposo, abbandonando tutti i suoi affetti.
Neha è quindi una vedova a 12 anni e  la famiglia dello sposo la rimanda a casa; non vogliono nemmeno più vederla, è una strega che fa morire la gente, è già grazie che non l’abbiano picchiata a morte. Non che la sua famiglia d’origine  sia entusiasta di riprenderla: un’altra pancia da riempire, e pochissime possibilità di rimpiazzarla sul mercato: è una vedova, è bruciata, nessuno la vorrà più. Neha  adesso deve rompere i suoi bracciali rossi, da sposa, davanti a tutto il villaggio; deve vestire di bianco e mangiare poco per essere il meno seducente e desiderabile possibile, e vivere di carità.
Così se la riprendono, ma probabilmente Neha  inizia a pensare che  la vecchia usanza del sati, ormai proibita per legge,  potrebbe essere una piacevole soluzione ai suoi problemi: che cosa sarà mai buttarsi nel fuoco e immolarsi insieme al marito morto in confronto alla vita che sta facendo ora ? Costretta a stare sempre chiusa in casa, malnutrita, schiava di tutti, ridotta a un animale sporco e maltrattato. D’altronde se lo merita, dopo cinque giorni ha fatto morire il marito, poco importa se il ragazzino era nella foresta con i suoi amici e lei era a casa a servire la suocera, è comunque colpa sua.
Quando la madre di Neha è arrivata a scuola da Renu, a piedi, i soliti venti  chilometri nel fango, era molto agitata, e chiedeva aiuto immediato e urgente: le avevano detto che ma’am aiuta la gente povera e lei aveva decisamente bisogno di aiuto, sua figlia stava molto male e aveva paura che sarebbe morta molto presto.  Renu è andata subito al villaggio e davanti alla casa ha trovato una branda coperta da un lenzuolo sotto il quale si intravedeva un corpo umano, magrissimo, quasi non lasciava segno, ma che si teneva il lenzuolo tra le mani e non voleva che la scoprissero.  Quando Renu finalmente è riuscita, con delicatezza, a tirarne giù un lembo, si è subito ritirata inorridita: lì sotto c’era un corpo disidratato, puzzolente, sporco di vomito e di escrementi, gli occhi fissi, che aspettava solo di morire.

Oggi Neha ha 18 anni e si è risposata. E’ stata molto tempo in ospedale, poi è andata a lavorare con Renu a Tender Heart:   lei ha imparato a cucire, la sua famiglia si è convinta che non  è stata poi solo colpa sua se il primo marito è morto.
Non credo che Neha farà sposare sua figlia a dodici anni, comunque.