A scuola, oltre alle
12 classi regolari della scuola dell’obbligo, ci sono due classi per “special needs children”: ci sono
bambini down, tetraplegici, autistici, Asperger, ritardati. Sono ragazzi altamente discriminati nei loro villaggi e
all’interno delle famiglie stesse. Stranamente sono tutti maschi: ho il sospetto che per le femmine, una
volta scoperta una patologia psichica,
le famiglie ricorrano a metodi più sbrigativi e decisamente più illegali per risolvere il
problema in maniera definitiva.
D’altra parte qui in India da due anni è stata dichiarata illegale
l’ecografia sul feto, visti i moltissimi aborti che venivano praticati dopo
avere saputo che si portava in grembo una femmina. Non si va tanto per il sottile qui, e all’etica non ci si
pensa granché quando c’è il problema di pance da riempire.
Alcuni di questi ragazzi non hanno consapevolezza della loro patologia, altri invece soffrono molto nel
constatare che vengono trattati in modo diverso dai loro fratelli o sorelle,
quelli “normali”.
C’è un ragazzo con le gambe inutilizzabili, ridotte a due
salsicce molli e sfibrate, che si
trascina sul pavimento aiutandosi con le braccia. Però fa dei braccialetti e collane bellissimi, ha molta fantasia e gli piace inventare nuovi modelli.
C’è un bambino down a cui abbiamo fatto un regalo
preziosissimo: gli abbiamo portato le bolle di sapone, e lui corre felice per
la scuola inseguendo le bolle, rompendole mentre cerca di conservarle sulla
mano. La sua risata è contagiosa,
il suo impegno instancabile nel rincorrere quelle bolle trasparenti, si
affeziona a tutti e pretende coccole da chiunque.
Poi c’è Manu,
che ha 16 anni ma è un gigante disarmonico e goffo: quando arriva da noi, nella stanza in
cui lavoriamo, bisogna far sparire cellulari, macchine fotografiche,
dispositivi di qualunque genere, perché te li sfila via con una velocità da
predatore e poi li analizza con la cura di un anatomopatologo. Manu è autistico
e sembra riuscire a biascicare solo versi incomprensibili. Un paio di anni fa,
mi ha raccontato Renu, ha trovato alcuni vecchi calendari e si è messo a
sfogliarli ossessivamente, per un paio di giorni non ha fatto altro. Adesso se
gli dici una data, dal 1947 (l’anno dell’Indipendenza) in poi, lui ti sa dire
immediatamente il giorno corrispondente. Non sa fare altro, e questo sapere non
gli servirà a molto nella vita, ma è strabiliante vederlo all’opera.
Certo che se nasci in India, povero e anche handicappato, il
tuo karma ti ha giocato uno scherzo veramente di merda.